martedì 5 marzo 2013

TOCCA AI LAVORATORI COSTRUIRE UN' ALTERNATIVA. IN PIENA AUTONOMIA DAI PARTITI PADRONALI E DAI COMICI GURU

Le elezioni hanno visto il successo di un vecchio miliardario imbroglione (Berlusconi) e soprattutto di un comico milionario (Grillo).
Un “guru” che propone tra le altre cose (in sintonia con il progetto del “guru del guru”, il padrone milionario Casaleggio) l'abolizione pura e semplice del sindacato in quanto tale (“roba dell'800”), proprio nel momento della massima aggressione padronale contro il lavoro e i diritti sindacali. Che a Parma, dove governa, alza le rette di asili e mense per pagare gli interessi alle banche. Che rivendica licenziamenti di massa nel pubblico impiego e la riduzione di tutte le pensioni per ridurre le tasse ai padroni (con l’abolizione dell ‘IRAP).
Perché tanti giovani, tanti lavoratori, tanti precari, sbagliando clamorosamente, hanno finito con l'affidarsi a un guru milionario che non ha nulla a che spartire con i loro interessi? Perché si è sentita priva di riferimenti, rappresentanza, prospettive, dentro la crisi sociale più drammatica del dopoguerra.
Per anni tutti i governi (Prodi, Berlusconi, Monti) hanno colpito i lavoratori per conto degli industriali e dei banchieri. Tutti i partiti dominanti, di ogni colore (dal PD al PDL) hanno servito gli interessi dei capitalisti da cui sono finanziati (basta vedere i loro bilanci) contro i lavoratori, i precari, i disoccupati.
Ma soprattutto le sinistre sindacali e politiche che avrebbero dovuto difendere i lavoratori, li hanno abbandonati a loro stessi. La direzione della CGIL ha prima concertato coi governi di Centrosinistra le politiche antioperaie, e poi ha consentito al governo Monti le peggiori misure contro lavoro e pensioni (pur di coprire il PD di Bersani). Le sinistre cosiddette “radicali” prima hanno votato (unite) guerre e sacrifici in cambio di ministeri nei governi di centrosinistra e poi hanno finito col rifugiarsi (divise) sotto il comando del PD o dei pubblici ministeri (Ingroia), sino a cancellare l'autonomia delle ragioni del lavoro e la propria stessa riconoscibilità elettorale.
C'è da stupirsi se una disperazione sociale, allo sbando, si affida al primo ciarlatano, magari ottimo comiziante, e pure “simpatico”?
Ricostruire una rappresentanza indipendente del lavoro, per un'alternativa alla dittatura degli industriali e delle banche: questa è la vera necessità. Unire lavoratori, precari, disoccupati in una mobilitazione straordinaria: senza di questo le condizioni sociali di milioni di lavoratori e di giovani continueranno a peggiorare. Perché il sistema capitalistico non ha più niente da offrire ma solo da togliere, chiunque governi (Berlusconi, Monti, Bersani.. o Grillo-Casaleggio).
Solo i lavoratori possono costruire, con la propria forza, un'alternativa vera, imponendo un proprio governo che rovesci il capitale finanziario e riorganizzi alla radice l'intera società. Senza una lotta per questa prospettiva, i lavoratori resteranno divisi, senza difese e senza risultati. E nella loro disperazione inzupperanno il pane, a proprio vantaggio, padroni e truffatori di ogni specie. Magari comici.
Ricostruire tra i lavoratori la coscienza dei propri interessi, della propria forza, della necessità di una soluzione anticapitalista, è la ragione d'essere del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL). E’ solo per questo che ci siamo presentati alle elezioni, ed è solo per questo che una sia pur modesta avanguardia di lavoratori e giovani ha sostenuto le nostre liste.
Certo: siamo un piccolo partito, dentro un maremoto, che nuota contro corrente. Ma siamo l'unico partito della sinistra che non si è mai compromesso con politiche antioperaie. L'unico che non si subordina né al PD, né ai magistrati, né ai comici guru. L'unico che si batte, in ogni lotta, per una prospettiva di governo dei lavoratori e di rivoluzione sociale: la sola rivoluzione vera per eliminare sfruttamento, miseria, disoccupazione e corruzione.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

martedì 26 febbraio 2013

AVANZA LA REAZIONE, VECCHIA E NUOVA. CROLLANO, A SINISTRA, LE OPERAZIONI TRASFORMISTE NECESSARIA TANTO PIU' OGGI UNA SINISTRA DI CLASSE ANTICAPITALISTA

Il dato elettorale registra il recupero del blocco reazionario guidato da Berlusconi, e l'impressionante successo di un guru milionario che rivendica l'abolizione del sindacato in quanto tale.

Dentro la crisi più drammatica del dopoguerra, la rimozione dell'opposizione sociale ai governi del capitale finanziario ha finito col consegnare alla reazione, vecchia e nuova, ampi settori della popolazione povera e dello stesso mondo del lavoro.

Sulle direzione della CGIL ricadono responsabilità enormi. Prima la condivisione delle politiche antioperaie dei governi di centrosinistra; poi l'avallo al governo Monti per coprire Bersani, hanno privato milioni di lavoratori, precari, disoccupati di ogni difesa sociale, abbandonandoli alla disperazione e alla disgregazione: facile terreno di pascolo per tutti i populismi e i qualunquismi.

Le sinistre cosiddette “radicali” hanno contribuito negli anni a rimuovere ogni diga. Prima compromettendosi “unitariamente” nelle politiche antioperaie del governo Prodi; poi dividendosi tra la subordinazione al PD liberale, sostenitore di Monti, e la subordinazione ai pubblici ministeri e al liberal questurino Di Pietro: sino a cancellare la stessa presenza di una sinistra autonoma e riconoscibile nello scenario elettorale.

In particolare la disfatta dell'operazione Ingroia è la disfatta definitiva dei gruppi dirigenti di PRC e PDCI. Chi ha cercato di tornare in Parlamento cancellando nell'arancione la riconoscibilità della sinistra e delle ragioni del lavoro, è finito travolto dal proprio trasformismo.

Dentro la sconfitta del movimento operaio, e il maremoto politico che si è determinato, il piccolo Partito Comunista dei Lavoratori ha registrato un risultato certo molto modesto. Ma è l'unico a sinistra, negli anni, che non ha perso la bussola. L'unico che si è opposto, contro corrente, al centrosinistra e al grillismo, dal versante delle ragioni dei lavoratori. L'unico che ha messo la faccia, senza nascondersi, su una proposta anticapitalistica e di classe. L'unico attorno a cui può ricomporsi, tanto più oggi, un progetto rivoluzionario a sinistra.

Solo il rilancio di una mobilitazione di massa del movimento operaio, attorno a un proprio programma indipendente, può sbarrare la strada all'offensiva dominante, disgregare il blocco sociale reazionario ,preparare dal basso l'unica vera alternativa: un governo dei lavoratori, su un programma anticapitalista.

Il PCL lavorerà, come e più di prima, per unire attorno a questa prospettiva i militanti d'avanguardia del movimento operaio e di tutti i movimenti di lotta.



PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

martedì 15 gennaio 2013

IL PCL ALLE ELEZIONI

Il Partito Comunista dei Lavoratori(PCL) si presenta alle elezioni politiche sulla base di un programma anticapitalista: l'unico programma realmente contrapposto all'”agenda Monti”, a partire dalle ragioni del lavoro e di tutti gli sfruttati.

L'Agenda Monti è il programma degli industriali, dei banchieri, del Vaticano, già votato in Parlamento da tutti i principali partiti ( PD, PDL, UDC). L'ipocrisia che la circonda regna oggi sovrana. Berlusconi finge di opporsi dopo averla istruita. Bersani ambisce solamente a gestirla in prima persona, dopo essersi presentato alle Primarie come difensore del lavoro. Vendola, oppositore di Monti, si è subordinato a Bersani sostenitore del governo Monti, in cambio di un ministero. Le altre sinistre si accodano al liberal questurino Di Pietro e ai magistrati, che a loro volta vogliono accordarsi col prossimo governo Bersani.. Mentre il comico milionario Beppe Grillo che striglia “i politici” non solo ignora il lavoro, ma rivendica addirittura l'abolizione del sindacato ( “roba dell'800”) scavalcando Marchionne. Senza che nessun partito “democratico” muova scandalo.

La verità è che tutti accettano la Repubblica dei capitalisti ( inclusi i magistrati e i comici), ognuno con la propria parte in commedia.

A questa Repubblica dei capitalisti il PCL contrappone la prospettiva della Repubblica dei lavoratori: l'unica vera soluzione alternativa della grande crisi sociale e politica.


IL CAPITALISMO HA FALLITO.

Il capitalismo ha fallito, in Italia, in Europa e in tutto il mondo. Ed è fallita ogni pretesa di “riformarlo”. Il suo unico scopo è scaricare il proprio fallimento sui lavoratori e la popolazione povera.

Gli industriali distruggono posti di lavoro, abbattono i salari, cancellano i diritti, al solo scopo di difendere i propri profitti. I banchieri impongono la distruzione delle pensioni, della sanità, della scuola, al solo scopo di incassare il pagamento degli interessi sui titoli di Stato in cui hanno investito.

Gli uni e gli altri finanziano i propri partiti, di centrodestra o di centrosinistra (in Italia PDL, PD, UDC, Lega) cui dettano lo stesso programma. Questi partiti, a loro volta, saccheggiano le risorse pubbliche con ruberie senza fine, pur di raccattare i voti necessari da mettere al servizio della rapina dei capitalisti.
E il cerchio si chiude. Sulla pelle dei lavoratori.


GOVERNINO I LAVORATORI, NON GLI INDUSTRIALI E I BANCHIERI, E I LORO PARTITI CORROTTI

Il PCL è l'unico partito che vuole liberare la società da questa dittatura degli industriali e dei banchieri. Rimpiazzandola con un governo dei lavoratori: che cancelli tutte le leggi contro il lavoro ( innanzitutto su art.18 precariato, pensioni); annulli il debito pubblico verso le banche; nazionalizzi il sistema bancario, senza indennizzo per i grandi azionisti; liberi milioni di famiglie dal cappio al collo di mutui usurai; espropri le aziende che licenziano, inquinano, calpestano i diritti ( a partire dalla FIAT, dall'ALCOA, dall'ILVA) ponendole sotto il controllo dei lavoratori; vari un grande piano di opere sociali ( cominciando dal risanamento dell'ambiente) finanziato dalla tassazione progressiva delle grandi ricchezze , dalla cancellazione di ogni privilegio clericale, dall'abbattimento delle spese militari; organizzi uno Stato di tipo nuovo, a buon mercato, con deputati pagati col salario medio di un impiegato e permanentemente revocabili dai propri elettori.

Ricondurre ogni obiettivo immediato a questo programma generale, è la politica quotidiana del PCL: dentro tutte le lotte dei lavoratori e degli sfruttati.


SOLO UN GOVERNO DEI LAVORATORI PUO ESTIRPARE CORRUZIONE E MALAFFARE

Ogni invettiva contro “i politici” che non metta in discussione il capitalismo ( come fa Grillo ) è solo una truffa: usata ciclicamente dagli stessi capitalisti per rafforzare ulteriormente il proprio potere di comando, tagliare ancor più servizi e lavoro ( magari nel nome della “lotta agli sprechi”), accaparrarsi nuove risorse pubbliche ( magari nel nome della “lotta ai privilegi” della “politica”), imporre il monopolio del proprio finanziamento dei partiti ( magari gridando contro “il finanziamento pubblico”). E' accaduto 20 anni fa col varo della seconda Repubblica, nel nome della... “ moralità della politica”, sotto le bandiere di “Mani Pulite” , della Lega, e dell'inganno federalista. E' ciò che tende a riproporsi oggi, in forme diverse, sotto la pressione di mille populismi alla moda. Ai lavoratori diciamo: occhio alla ( ennesima) truffa! Solo una rivoluzione sociale anticapitalista può realizzare una alternativa vera. Non i magistrati o i comici milionari ( che magari plaudono agli evasori fiscali).


IL PCL, L'UNICO PARTITO SENZA MACCHIA

Il PCL è l'unico partito che non si è mai compromesso con le politiche di rapina contro il lavoro.

In Italia, negli ultimi 20 anni, hanno governato tutti. Tutti sono stati messi alla prova. Da Berlusconi a Bersani, da Fini a Di Pietro, da Storace a Ferrero, tutti hanno fatto i ministri. E tutti hanno i loro eserciti, grandi o piccoli, di assessori. Ebbene, tutti hanno gestito, ad ogni livello, le politiche del capitale finanziario: precarizzazione del lavoro, privatizzazioni di aziende e servizi, guerre “umanitarie” per il petrolio..

Il PCL è l'unico partito della sinistra italiana che ha combattuto dall'opposizione sia il centrodestra che il centrosinistra. L'unico che non si è mai venduto per assessorati o ministeri. L'unico che ha le mani pulite di fronte ai lavoratori. E ciò perchè è l'unico a battersi per una alternativa di società in cui a comandare siano i lavoratori e non gli industriali, i banchieri, i loro partiti, i loro governi.


UNIRE TUTTE LE LOTTE IN UNA LOTTA SOLA, PER APRIRE DAL BASSO UNO SCENARIO NUOVO

Il PCL è l'unico partito che ha avanzato e avanza in questi anni di crisi una proposta di mobilitazione straordinaria contro l'aggressione padronale.

In ogni mobilitazione, poniamo l'esigenza di unire in un unico fronte l'insieme oggi disperso delle lotte di resistenza. Attraverso una vertenza generale unificante attorno a obiettivi comuni. Attraverso uno sciopero generale prolungato, l'occupazione delle aziende che licenziano, una cassa nazionale di resistenza a sostegno della lotta generale.

Non è più tempo di lotte isolate e iniziative simboliche. Solo mettendo in campo una radicalità uguale e contraria a quella del capitalismo, è possibile alzare una diga, strappare risultati, aprire la via ad una prospettiva nuova. Ma ancora una volta, solo una prospettiva di lotta anticapitalista per un governo dei lavoratori può motivare una proposta radicale di lotta e di resistenza. Non certo l'ambizione di ministeri o assessorati a braccetto del PD.


UNA PRESENTAZIONE ELETTORALE AL SERVIZIO DI UNA PROSPETTIVA RIVOLUZIONARIA.

Non a caso il PCL è l'unico soggetto della sinistra italiana presente in queste elezioni con una aperta riconoscibilità di classe e comunista.

Sinistra e Libertà ha scelto la coalizione di governo col PD, grande sostenitore del governo Monti, sulla base di una “carta di intenti” che impegna un futuro governo di centrosinistra alla continuità delle politiche di austerità contro il lavoro.

PRC e PDCI hanno scelto di dissolvere elettoralmente la sinistra cosiddetta “radicale” nel variopinto contenitore Arancione sotto la guida di ex magistrati- incluso il liberal questurino Di Pietro- orfani del PD e apertamente intenzionati ad allearsi col PD dopo il voto.

Il PCL è nato contro questa politica distruttiva. Respinge ogni coalizione con partiti borghesi; ogni mimetismo trasformista; ogni negazione dell'autonomia della sinistra come rappresentanza autonoma delle ragioni del lavoro. A partire da un programma rivoluzionario.
Un programma di rivoluzione ha diritto ad essere presente alle elezioni. Perchè solo una rivoluzione può cambiare le cose.


PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI