venerdì 28 gennaio 2011

In piazza a Salerno - Sciopero generale 28.01.2011

SIANO GLI OPERAI A PROCESSARE BERLUSCONI

Lo sciopero generale dei metalmeccanici ha assunto un significato non solo sindacale ma politico. La parola d'ordine della cacciata del governo ha attraversato tutti i grandi cortei.
Ora si tratta di investire la forza delle manifestazioni in una lotta vera che abbia l'ambizione di vincere. Non ha alcun senso “chiedere” le dimissioni a Berlusconi. Ha senso costruire una mobilitazione capace di imporgliele. Con una iniziativa di lotta prolungata, generale, radicale, capace di bloccare l'Italia sino alla caduta del governo. Il rovesciamento rivoluzionario di Ben Alì in Tunisia e la sollevazione in atto in Egitto rivelano la forza straordinaria di una ribellione operaia e popolare.
E' ora di dire: “Fare come in Tunisia”.
Siano gli operai a processare Berlusconi e a rovesciare il suo sultanato.


PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

mercoledì 26 gennaio 2011

28 GENNAIO SCIOPERO GENERALE LAVORATORI E STUDENTI IN PIAZZA

SALERNO ore 9,30
da Piazza Ferrovia a Piazza Cavour (Palazzo di Provincia)

Il 28 gennaio, insieme ai metalmeccanici, sciopereranno e manifesteranno tutte le categorie del lavoro dipendente pubblico e privato (ad eccezione dei trasporti urbani che sciopereranno il 26) e nella scuola e nelle Università, oltre a docenti, Ata e personale amministrativo, bloccheranno le attività gli studenti protagonisti della rivolta anti-Gelmini dei mesi scorsi. I COBAS hanno infatti esteso a tutti i lavoratori/trici lo sciopero che la Fiom aveva indetto per i soli metalmeccanici e che aveva inutilmente cercato di far  generalizzare anche dalla Cgil, che si è seccamente rifiutata per timore dell’estensione della lotta contro l’arroganza padronale e governativa.
E’ uno sciopero contro quel potere economico che ha trascinato l'Italia nella più grave crisi del dopoguerra, e che, invece di pagare per la sua opera distruttiva, cerca di smantellare ciò che resta delle conquiste dei salariati/e e dei settori popolari; contro il governo Berlusconi che, aggravando le politiche liberiste del precedente governo Prodi, ha cancellato centinaia di migliaia di posti di lavoro nelle fabbriche e nelle strutture pubbliche (a partire dalla scuola: 140 mila posti in meno ed espulsione in massa dei precari), imposto catastrofiche "riforme" della scuola e dell'Università, nel Pubblico Impiego bloccato i contratti e con il decreto Brunetta sequestrata la contrattazione e i diritti lavorativi e sindacali; contro un padronato parassitario e reazionario, che, guidato dal capo-banda Fiat Marchionne, va all’assalto di ciò che resta dei diritti dei salariati.  
Il 28 gennaio, nello sciopero e nelle manifestazioni, facciamo convergere il più ampio fronte sociale per battere gli Accordi-Vergogna, il liberismo padronale e governativo, la precarizzazione dilagante; per smascherare la finta “opposizione” parlamentare e i sindacati collaborazionisti; per riconquistare i posti di lavoro, il reddito, le pensioni, l’istruzione e le altre strutture sociali pubbliche, i beni comuni, la democrazia  nei luoghi di lavoro e nella società.

LA CRISI SIA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA

lunedì 24 gennaio 2011

PIEGARE MARCHIONNE, CACCIARE BERLUSCONI



Lavoratori e lavoratrici,

lo sciopero generale dei metalmeccanici promosso dalla Fiom per il 28 Gennaio ha una grande importanza. Ma non può limitarsi ad un’iniziativa ordinaria, né a soli obiettivi sindacali.

L’aggressione che si sta scatenando contro i metalmeccanici, sotto la direzione della Fiat, non ha precedenti in tutta la storia del dopoguerra. Mai era accaduto, neppure negli anni 50, che la Fiom venisse espulsa dalla rappresentanza sindacale nelle fabbriche, e che i lavoratori venissero privati del diritto di eleggere i propri rappresentanti sindacali. Eppure è questo il modello varato prima a Pomigliano, poi a Mirafiori,- grazie alla complicità servile di Cisl e Uil- e che si vuole estendere in prospettiva a tutti i lavoratori. L’obiettivo è chiaro: abbattere ulteriormente le condizioni di lavoro e di vita degli operai e per questo privarli di ogni strumento di difesa.

Parallelamente i padroni continuano a godere dell’appoggio del governo più reazionario che l’Italia abbia visto dai tempi di Tambroni: un governo guidato da un sultano megalomane, circondato da faccendieri di ogni sorta, privo ormai di una maggioranza politica in Parlamento e impegnato a corrompere deputati. Un governo che ha l’unico scopo di salvare Berlusconi dalla galera, e che per questo calpesta le stesse leggi borghesi dello Stato.

A tutto questo occorre reagire. Il fronte unico Marchionne Berlusconi va affrontato e spazzato via. Non si può farlo affidandosi a quelle “opposizioni” parlamentari di PD e UDC che hanno sostenuto Marchionne contro gli operai, dopo aver fallito contro Berlusconi in Parlamento: e il cui obiettivo dichiarato è rimpiazzare Berlusconi con un governo amico di Marcegaglia e Bankitalia. Si può farlo solo costruendo un fronte unico autonomo e di lotta del movimento operaio e di tutte le sue organizzazioni. Solo contrapponendo al fronte di classe avversario una forza di massa uguale e contraria. Una forza tanto radicale quanto sono “radicali” Marchionne e Berlusconi.

Ci appelliamo dunque a tutte le sinistre sindacali e politiche perché rompano col PD e il centrosinistra e avviino unitariamente una lotta vera, per vincere. Lo sciopero del 28 Gennaio diventi l’inizio di una mobilitazione di massa prolungata. Si organizzi il blocco generale degli straordinari. Si promuova l’occupazione di tutte le aziende che licenziano o violano i diritti sindacali. Si costituisca una cassa nazionale di resistenza . Si convochi una assemblea nazionale di delegati eletti di tutte le categorie dei lavoratori, pubblici e privati, per varare una piattaforma di lotta unificante, capace di coinvolgere in una lotta a oltranza l’insieme del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, degli studenti: e che parta dalla difesa del contratto nazionale, dal blocco dei licenziamenti, dalla cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, votate in 15 anni da centrodestra e centrosinistra ( inclusa Rifondazione).

Al tempo stesso si assuma realmente l’obiettivo politico della cacciata del governo. La Tunisia ha dimostrato come la forza di una sollevazione popolare possa rovesciare un regime ventennale apparentemente solido. Allo stesso modo in Italia la forza di una esplosione sociale, radicale e di massa, può disgregare il blocco sociale reazionario, cacciare un governo moribondo, e aprire la via dell’unica vera alternativa: quella di un governo dei lavoratori per i lavoratori, basato unicamente sulle loro ragioni e sulla loro organizzazione. Un governo che possa liberare la società dalla dittatura parassitaria dei capitalisti, dei banchieri, dei managers da 38 milioni annui come Marchionne, per dare finalmente il potere a chi lavora: che è poi la vera democrazia.

TUTTI IN SCIOPERO IL 28 GENNAIO PER LA DIFESA DEI DIRITTI SINDACALI 

ORGANIZZIAMO UNA MOBILITAZIONE PROLUNGATA CHE PIEGHI PADRONATO E GOVERNO

CACCIAMO BERLUSCONI COME BEN ALI’ IN TUNISIA: CON LA FORZA DI UNA LOTTA DI MASSA


sabato 22 gennaio 2011

FARE COME IN TUNISIA

Comunicato stampa
di Marco Ferrando


La crisi politica e istituzionale ha imboccato un vicolo cieco. Il fallimento di opposizioni parlamentari amiche di Marchionne è ormai il principale fattore di tenuta del sultanato Berlusconi, nel momento della sua massima crisi. Si impone dunque una svolta. Non sarà né il Parlamento, nè la Procura di Milano a sbloccare l’impasse. Può essere solo la forza di massa dei lavoratori e dei giovani. Come in Tunisia contro Ben Alì: dove la rivolta di massa ha rovesciato in una settimana un regime ventennale, grazie alla fusione dello sciopero generale con l’indignazione popolare.
Lo sciopero generale dei metalmeccanici del 28 Gennaio può e deve avviare una prolungata prova di forza contro il governo per la sua cacciata, saldando rivendicazioni sociali e politiche. Per questo il PCL propone a tutte le sinistre politiche e sindacali di combinare le manifestazioni del 28 con il presidio di massa delle Prefetture di tutta Italia per chiedere le dimissioni del governo. “ Fare come in Tunisia” è la parola d’ordine che porteremo nelle piazze.

mercoledì 19 gennaio 2011

Berlusconi come Ben Ali'

Lo stesso Presidente del Consiglio che solidarizza con Marchionne contro gli operai, rifiuta di rispondere ai magistrati sullo sfruttamento della prostituzione nella reggia di Arcore. Siano allora gli operai a “processare” Berlusconi, con uno sciopero generale vero che ponga all’ordine del giorno la cacciata del governo. Un governo privo persino di una maggioranza politica in Parlamento , salvato da deputati corrotti, asserragliato a difesa di un Sultano “bonaparte” che rivendica la propria impunità come “diritto”, non ha alcun diritto di restare in sella. E’ il momento di una spallata operaia e popolare che rovesci Berlusconi, arresti la valanga Marchionne, e faccia piazza pulita di sfruttamento e malaffare. Lo sciopero generale dei metalmeccanici già indetto dalla Fiom per il 28 Gennaio deve diventare tanto più oggi lo sciopero generale di tutto il mondo del lavoro, assumere un carattere continuativo, puntare alla caduta del governo. La Tunisia dimostra la forza politica enorme di una sollevazione popolare. La stessa forza che ha rovesciato Ben Alì può rovesciare Berlusconi. E’ ciò che hanno fatto i lavoratori italiani nel 60 contro Tambroni. E’ ciò che è necessario oggi.


Partito Comunista dei Lavoratori

domenica 16 gennaio 2011

La sezione provinciale di Salerno del Partito Comunista dei Lavoratori parteciperà all'incontro promosso dalla sezione A.N.P.I. di Salerno per sostenere la Fiom, a partire dallo sciopero del 28 Gennaio.

L'incontro si terrà presso il centro La Tenda in via Fieravecchia, lunedì 17 Gennaio alle ore 18.30.




Partito Comunista dei Lavoratori - sezione provinciale di Salerno

Il Partito Comunista dei Lavoratori al fianco dei lavoratori e giovani di Tunisia e Algeria, per la vittoria rivoluzionaria della loro lotta.

Riportiamo qui di seguito il comunicato emesso il 12 gennaio dal nostro partito sugli avvenimenti in corso in Tunisia. Due giorni dopo il dittatore Ben Alì era costretto dalla mobilitazione delle masse a fuggire precipitosamente.
La rivoluzione tunisina ha conosciuto la sua prima vittoria. Ora è necessario che non si arresti, continui fino allo smantellamento di tutte le istituzioni della dittatura, alla convocazione di una vera assemblea costituente. Ma è al contempo necessario che si sviluppino strutture di potere operaio e popolare. La liberazione del popolo tunisino dalla fame e dallo sfruttamento è infatti possibile solo con uno sviluppo senza interruzione della rivoluzione, dagli obbiettivi democratici a quelli sociali di liberazione dal capitale imperialistico e dal suo partner minore, la borghesia tunisina, che la dittatura di Ben Alì rappresentava.
Una Tunisia realmente libera può essere solo una Tunisia rossa in cui il potere sia nelle mani dei consigli (o comitati)di lavoratori, contadini e masse povere delle città e delle campagne e di un governo espressione di essi.
Il successo iniziale della rivoluzione in Tunisia conforta in ogni modo le nostre prospettive rivoluzionarie e contrasta con il pessimismo del falso “realismo” riformista. Pochi, o forse nessuno, avrebbe potuto pensare, anche un solo mese fa,che l’apparentemente stabile dittatura tunisina sarebbe crollata come un castello di carte sotto la pressione di una mobilitazione rivoluzionaria di massa. La lezione che ne viene ha valenza internazionale. Di fronte alle contraddizioni lancinanti del capitalismo ci possono essere sconfitte e arretramenti, ma
anche improvvise esplosione rivoluzionarie. E’ a queste che si devono preparare i marxisti e l’avanguardia di classe, senza facilonerie ottimiste, ma in piena coscienza e… sapendo osare.

FG 15 gennaio 2011

Il Partito Comunista dei Lavoratori al fianco dei lavoratori e giovani di Tunisia
e Algeria, per la vittoria rivoluzionaria della loro lotta.

I lavoratori e i giovani e l’insieme delle masse popolari di Tunisia e Algeria sono oggi in lotta contro le drammatiche conseguenze della crisi mondiale del sistema capitalistico nei loro paesi; conseguenze aggravate dalla disastrosa politica dei loro governi corrotti e proimperialisti.
Il Partito Comunista dei Lavoratori saluta, sostiene e partecipa pienamente alla eroica battaglia del proletariato e della gioventù del Magreb.
In Tunisia lo scontro ha ormai raggiunto il livello di una situazione rivoluzionaria. Il criminale regime fantoccio del bonaparte sanguinario Ben Alì è posto in questione.
Questo è evidenziato -oltre che dalla reazione stragista del regime- dalla preoccupazione con cui seguono lo sviluppo degli avvenimenti le potenze imperialistiche; in primo luogo l’imperialismo italiano di cui Ben Alì è stato storicamente uno strumento, a partire dalla sua presa del potere nel 1987 con un colpo di stato, organizzato in diretto collegamento con i servizi segreti italiani e l’allora Primo ministro Craxi, il famigerato delinquente politico morto latitante in Tunisia per sfuggire alle condanne emesse contro di lui dalla magistratura italiana.
I prossimi giorni possono essere quelli decisivi. La lotta va portata avanti fino alla cacciata di Ben Alì. Ma l’unica soluzione per uscire dalla situazione di fame e disastro economico è che il movimento di massa non si limiti a ciò, dando il potere ad un qualche “governo democratico” o “demo-islamico”, legato ancora all’imperialiasmo e alle forze reazionarie del mondo arabo.
Quello che è necessario è che il movimento di massa si autoorganizzi in comitati e consigli nei luoghi di lavoro, di studio e nei quartieri e che sulla loro base nasca, con il rovesciamento rivoluzionario del regime, un governo operaio e popolare, che rompa con l’imperialismo, espropri senza indennizzi le sue proprietà e quelle della parassitaria borghesia tunisina e, in congiunzione con gli sviluppi della lotta in Algeria contro il regime di Butflika, inizi la transizione al socialismo.
Un tale sviluppo avrebbe rapide e importanti ripercussioni, non solo in tutto il Nord Africa, ma nel mondo e in particolare nell’Europa meridionale.

Viva l’eroica lotta dei lavoratori e giovani di Tunisia e Algeria.
Abbattere il regime sanguinario del dittatore Ben Alì
Per una Assemblea Costituente Democratica
Processare e punire i boia e i corrotti del regime
Espropriare senza indennizzo le proprietà imperialiste e quelle della borghesia tunisina
Per un governo operaio e popolare, basato sui consigli di lavoratori, studenti e popolo
Per gli stati uniti socialisti del Magreb.


Partito Comunista dei Lavoratori (per la Quarta Internazionale)

IL “PLEBISCITO” FIAT E’ FALLITO LA MAGGIORANZA DEGLI OPERAI BOCCIA IL RICATTO E’ L’ORA DI UN VERO SCIOPERO GENERALE

Il “plebiscito” è fallito. La maggioranza degli operai di Mirafiori ha votato No al referendum ricatto, che passa col voto determinante degli impiegati. E’ un risultato che smentisce clamorosamente la finta recita trionfalistica di Marchionne e Sacconi , e costituisce una sonora bocciatura operaia di quell’unità nazionale attorno a Marchionne che ha visto allineati Governo, Confindustria, PD . Ora è necessario dare a quel voto una prospettiva coerente . Non basta il No all’accordo vergogna, occorre farlo saltare. Per questo è necessario che tutte le sinistre sindacali e politiche trasformino lo sciopero dei metalmeccanici del 28 Gennaio in un vero sciopero generale di tutto il mondo del lavoro, combinato con il blocco degli straordinari , con l’occupazione delle aziende che licenziano o violano i diritti sindacali, con l’allargamento del fronte di mobilitazione a studenti, precari, disoccupati. In questo quadro la rivendicazione della nazionalizzazione della Fiat, senza indennizzo e sotto controllo operaio, è l’unica in grado di indicare un’alternativa vera al “marchionnismo” e di dissuadere eventuali imitatori.

MARCO FERRANDO

martedì 11 gennaio 2011

CON LA RIVOLTA POPOLARE IN ALGERIA E TUNISIA

(10 Gennaio 2011)



Il secondo Congresso Nazionale del Partito comunista dei lavoratori, esprime il pieno sostegno alla rivolta popolare in atto in Algeria e Tunisia. Grandi masse di giovani arabi si stanno ribellando non solo al carovita, ma alla propria condizione sociale di sfruttati, precari, disoccupati. Una condizione tanto più intollerabile a fronte del lusso delle proprie borghesie nazionali e del carattere reazionario e corrotto dei regimi politici dominanti. Un’intera generazione di giovani algerini e tunisini è infatti privata di ogni futuro: condannata o alla disoccupazione e alla marginalità di strada, o al supersfruttamento praticato da tante aziende europee- italiane in testa- a caccia di manodopera a basso costo con cui ricattare in patria i “propri” lavoratori . Oltretutto i giovani arabi che cercano la via della fuga in Europa , si trovano sbarrata la via dalle nuove leggi antimigranti concordate dai propri governi corrotti con la U.E., in cambio di mazzette e commesse facili per i capitalisti europei. E per questo si scontrano più di ieri con le vessazioni delle proprie polizie o delle polizie della U.E., spesso finendo nei campi di detenzione ( arabi o europei) e nei loro orrori.
Il congresso del PCL fa appello non solo alla solidarietà coi giovani arabi in rivolta ma all’aperto sostegno della loro ribellione. All’ unità tra governi europei e governi arabi va contrapposta l’unità tra gli sfruttati, arabi ed europei. Il ruolo di organizzazioni sindacali in Tunisia in diretto rapporto con le mille forme della rivolta giovanile è un fatto di estrema importanza.
Il PCL chiede a tutte le sinistre italiane, politiche e sindacali, di promuovere un immediata mobilitazione unitaria sotto le ambasciate e i consolati di Algeria e Tunisia, col coinvolgimento diretto di migranti arabi in Italia e delle loro organizzazioni: per denunciare i rispettivi regimi e il sostegno criminale loro accordato da tutti i governi europei-- a partire dal governo Berlusconi,--e chiedere la liberazione di tutti i giovani arrestati.

LIBERTA’ PER TUTTI GLI ARRESTATI

PIENI DIRITTI DEMOCRATICI E SINDACALI, INDIVIDUALI E COLLETTIVI, IN ALGERIA E TUNISIA

VIA I GOVERNI CRIMINALI DI TUNISI E DI ALGERI E PUNIZIONE DI TUTTI I RESPONSABILI DEGLI ECCIDI DI PIAZZA

CANCELLAZIONE DEI DIRITTI DI SUPERSFRUTTAMENTO CONCESSI ALLE IMPRESE ITALIANE ED EUROPEE, E AI LORO GOVERNI, CONTRO I GIOVANI E I LAVORATORI ARABI

ESPROPRIO DELLE BANCHE STRANIERE, DELLE GRANDI AZIENDE ENERGETICHE, DELLA BORGHESIA ARABA SFRUTTATRICE E COMPRADORA, SOTTO IL CONTOLLO OPERAIO E POPOLARE.

PER UN GOVERNO OPERAIO E POPOLARE A TUNISI ED ALGERI, NELLA PROSPETTIVA DI UNA FEDERAZIONE SOCIALISTA ARABA

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Intervento di Ferrando al II Congresso del PCL




Secondo Congresso del Partito Comunista dei Lavoratori
Relazione introduttiva del portavoce MARCO FERRANDO

Seconda parte

Secondo Congresso del Partito Comunista dei Lavoratori
Relazione introduttiva del portavoce MARCO FERRANDO
Prima parte