Lavoratori e lavoratrici,
lo sciopero generale dei metalmeccanici promosso dalla Fiom per il 28 Gennaio ha una grande importanza. Ma non può limitarsi ad un’iniziativa ordinaria, né a soli obiettivi sindacali.
L’aggressione che si sta scatenando contro i metalmeccanici, sotto la direzione della Fiat, non ha precedenti in tutta la storia del dopoguerra. Mai era accaduto, neppure negli anni 50, che la Fiom venisse espulsa dalla rappresentanza sindacale nelle fabbriche, e che i lavoratori venissero privati del diritto di eleggere i propri rappresentanti sindacali. Eppure è questo il modello varato prima a Pomigliano, poi a Mirafiori,- grazie alla complicità servile di Cisl e Uil- e che si vuole estendere in prospettiva a tutti i lavoratori. L’obiettivo è chiaro: abbattere ulteriormente le condizioni di lavoro e di vita degli operai e per questo privarli di ogni strumento di difesa.
Parallelamente i padroni continuano a godere dell’appoggio del governo più reazionario che l’Italia abbia visto dai tempi di Tambroni: un governo guidato da un sultano megalomane, circondato da faccendieri di ogni sorta, privo ormai di una maggioranza politica in Parlamento e impegnato a corrompere deputati. Un governo che ha l’unico scopo di salvare Berlusconi dalla galera, e che per questo calpesta le stesse leggi borghesi dello Stato.
A tutto questo occorre reagire. Il fronte unico Marchionne Berlusconi va affrontato e spazzato via. Non si può farlo affidandosi a quelle “opposizioni” parlamentari di PD e UDC che hanno sostenuto Marchionne contro gli operai, dopo aver fallito contro Berlusconi in Parlamento: e il cui obiettivo dichiarato è rimpiazzare Berlusconi con un governo amico di Marcegaglia e Bankitalia. Si può farlo solo costruendo un fronte unico autonomo e di lotta del movimento operaio e di tutte le sue organizzazioni. Solo contrapponendo al fronte di classe avversario una forza di massa uguale e contraria. Una forza tanto radicale quanto sono “radicali” Marchionne e Berlusconi.
Ci appelliamo dunque a tutte le sinistre sindacali e politiche perché rompano col PD e il centrosinistra e avviino unitariamente una lotta vera, per vincere. Lo sciopero del 28 Gennaio diventi l’inizio di una mobilitazione di massa prolungata. Si organizzi il blocco generale degli straordinari. Si promuova l’occupazione di tutte le aziende che licenziano o violano i diritti sindacali. Si costituisca una cassa nazionale di resistenza . Si convochi una assemblea nazionale di delegati eletti di tutte le categorie dei lavoratori, pubblici e privati, per varare una piattaforma di lotta unificante, capace di coinvolgere in una lotta a oltranza l’insieme del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, degli studenti: e che parta dalla difesa del contratto nazionale, dal blocco dei licenziamenti, dalla cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, votate in 15 anni da centrodestra e centrosinistra ( inclusa Rifondazione).
Al tempo stesso si assuma realmente l’obiettivo politico della cacciata del governo. La Tunisia ha dimostrato come la forza di una sollevazione popolare possa rovesciare un regime ventennale apparentemente solido. Allo stesso modo in Italia la forza di una esplosione sociale, radicale e di massa, può disgregare il blocco sociale reazionario, cacciare un governo moribondo, e aprire la via dell’unica vera alternativa: quella di un governo dei lavoratori per i lavoratori, basato unicamente sulle loro ragioni e sulla loro organizzazione. Un governo che possa liberare la società dalla dittatura parassitaria dei capitalisti, dei banchieri, dei managers da 38 milioni annui come Marchionne, per dare finalmente il potere a chi lavora: che è poi la vera democrazia.
lo sciopero generale dei metalmeccanici promosso dalla Fiom per il 28 Gennaio ha una grande importanza. Ma non può limitarsi ad un’iniziativa ordinaria, né a soli obiettivi sindacali.
L’aggressione che si sta scatenando contro i metalmeccanici, sotto la direzione della Fiat, non ha precedenti in tutta la storia del dopoguerra. Mai era accaduto, neppure negli anni 50, che la Fiom venisse espulsa dalla rappresentanza sindacale nelle fabbriche, e che i lavoratori venissero privati del diritto di eleggere i propri rappresentanti sindacali. Eppure è questo il modello varato prima a Pomigliano, poi a Mirafiori,- grazie alla complicità servile di Cisl e Uil- e che si vuole estendere in prospettiva a tutti i lavoratori. L’obiettivo è chiaro: abbattere ulteriormente le condizioni di lavoro e di vita degli operai e per questo privarli di ogni strumento di difesa.
Parallelamente i padroni continuano a godere dell’appoggio del governo più reazionario che l’Italia abbia visto dai tempi di Tambroni: un governo guidato da un sultano megalomane, circondato da faccendieri di ogni sorta, privo ormai di una maggioranza politica in Parlamento e impegnato a corrompere deputati. Un governo che ha l’unico scopo di salvare Berlusconi dalla galera, e che per questo calpesta le stesse leggi borghesi dello Stato.
A tutto questo occorre reagire. Il fronte unico Marchionne Berlusconi va affrontato e spazzato via. Non si può farlo affidandosi a quelle “opposizioni” parlamentari di PD e UDC che hanno sostenuto Marchionne contro gli operai, dopo aver fallito contro Berlusconi in Parlamento: e il cui obiettivo dichiarato è rimpiazzare Berlusconi con un governo amico di Marcegaglia e Bankitalia. Si può farlo solo costruendo un fronte unico autonomo e di lotta del movimento operaio e di tutte le sue organizzazioni. Solo contrapponendo al fronte di classe avversario una forza di massa uguale e contraria. Una forza tanto radicale quanto sono “radicali” Marchionne e Berlusconi.
Ci appelliamo dunque a tutte le sinistre sindacali e politiche perché rompano col PD e il centrosinistra e avviino unitariamente una lotta vera, per vincere. Lo sciopero del 28 Gennaio diventi l’inizio di una mobilitazione di massa prolungata. Si organizzi il blocco generale degli straordinari. Si promuova l’occupazione di tutte le aziende che licenziano o violano i diritti sindacali. Si costituisca una cassa nazionale di resistenza . Si convochi una assemblea nazionale di delegati eletti di tutte le categorie dei lavoratori, pubblici e privati, per varare una piattaforma di lotta unificante, capace di coinvolgere in una lotta a oltranza l’insieme del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, degli studenti: e che parta dalla difesa del contratto nazionale, dal blocco dei licenziamenti, dalla cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, votate in 15 anni da centrodestra e centrosinistra ( inclusa Rifondazione).
Al tempo stesso si assuma realmente l’obiettivo politico della cacciata del governo. La Tunisia ha dimostrato come la forza di una sollevazione popolare possa rovesciare un regime ventennale apparentemente solido. Allo stesso modo in Italia la forza di una esplosione sociale, radicale e di massa, può disgregare il blocco sociale reazionario, cacciare un governo moribondo, e aprire la via dell’unica vera alternativa: quella di un governo dei lavoratori per i lavoratori, basato unicamente sulle loro ragioni e sulla loro organizzazione. Un governo che possa liberare la società dalla dittatura parassitaria dei capitalisti, dei banchieri, dei managers da 38 milioni annui come Marchionne, per dare finalmente il potere a chi lavora: che è poi la vera democrazia.
TUTTI IN SCIOPERO IL 28 GENNAIO PER LA DIFESA DEI DIRITTI SINDACALI
ORGANIZZIAMO UNA MOBILITAZIONE PROLUNGATA CHE PIEGHI PADRONATO E GOVERNO
CACCIAMO BERLUSCONI COME BEN ALI’ IN TUNISIA: CON LA FORZA DI UNA LOTTA DI MASSA