La verità è che si cerca di ridurre la fine annunciata di Berlusconi ad un passaggio di testimone tra ceti dirigenti e comitati d'affari dei poteri forti. In un clima di trasformismo maleodorante, compravendite parlamentari, compromissioni istituzionali. In cui persino le regole borghesi del parlamentarismo vengono sacrificate all'urgenza dei “mercati” e della crisi, pur di continuare a colpire il lavoro, le pensioni, i servizi sociali. Calpestando la stessa volontà del referendum di Giugno.
Non sappiamo se l'operazione in corso, sotto la regia di Napolitano, avrà successo, o se sfocerà in elezioni anticipate. Ma certo è un'operazione contro i lavoratori, i giovani, i movimenti di lotta di questi anni. Chi si è mobilitato per cacciare Berlusconi, non l'ha fatto nel nome di Draghi, di Monti, della BCE. Quella stessa parte di popolo di sinistra accorso ad applaudire Bersani il 5 Novembre non lo ha fatto per ritrovarsi in un governo d'emergenza con il PDL o suoi settori, né per inchinarsi ai banchieri. Quale che sia lo sbocco della crisi politica, si conferma una volta di più la natura liberale del PD quale carta di ricambio della borghesia contro il movimento operaio e contro tutte le ragioni sociali dell'opposizione.
Tanto più oggi, le sinistre politiche e sindacali non possono stare a guardare. Né limitarsi a chiedere elezioni per cercare di essere imbarcate dal PD in un nuovo vecchio centrosinistra ( confindustriale), come fanno in forme diverse i gruppi dirigenti di SEL e FDS. O per essere recuperate stabilmente al tavolo di concertazione con Confindustria, come fanno i vertici della CGIL. E' ora di finirla con vecchie compromissioni senza futuro. E' l'ora di una mobilitazione unitaria e radicale contro ogni soluzione borghese della crisi politica, per affermare un punto di vista indipendente del movimento operaio, per fermare la nuova macelleria in gestazione, per trasformare la crisi del berlusconismo nella cacciata delle classi dirigenti bancarottiere della seconda Repubblica, e di tutti i loro partiti. Solo un governo dei lavoratori può liberare l'Italia dalla dittatura del capitalismo e aprire davvero una pagina nuova per la giovane generazione.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI