martedì 17 febbraio 2009

La nausea

Non c’è nessun reato penale, per quanto odioso, che giustifichi il giochetto del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Di fronte a uno stupro, l’ennesimo gravissimo atto di maschilismo e violenza ai danni di una donna, il sindaco di Roma ha prima detto che si doveva trattare quasi certamente di un rom, additando una categoria di cittadini alla pubblica piazza. Poi ha irresponsabilmente rilasciato dichiarazioni di allarme, e ha continuato a insistere sull’inesistente parallelismo tra «stranieri» e «criminali». Quelle parole, se non sono proprio una rivendicazione, di fatto hanno legittimato le spedizioni punitive che colpiscono in questi giorni i migranti a Roma. Ci sono persone che rimangono sull’asfalto, pestate a sangue per il solo motivo di essere straniere, come i presunti stupratori della Caffarella. Ma questa non è una «emergenza» per il sindaco di Roma.  Non sappiamo se la truculenta strategia di Gianni Alemanno sia frutto di un’automatismo mentale, che lo porta da vecchio fascista a diffidare subito del diverso e del più debole [altro che «onore»…], o se si tratti una cinica messa in scena che ha lo scopo di alimentare i rancori tra gli uomini e le donne di altre etnie per garantire il quieto vivere della sua amministrazione, uno squallido tentativo di scaricare sulla solitudine molecolare le contraddizioni planetarie. Probabilmente le due cause non si escludono: l’abitudine della destra alla «cattiveria» [per citare il ministro dell’interno Roberto Maroni] e la scelta di calcare la mano sull’illusione della «sicurezza» sono due facce della crisi nel nostro paese. Verrebbe da essere ottimisti e pensare che se continuano e mettere in scena sempre lo stesso numero hanno ancora poche cartucce da sparare. Ma questa volta permetteteci di essere nauseati da tanto odio.

                                                                           fonte: www.carta.org