lunedì 6 ottobre 2014

La bandiera dell'internazionalismo proletario in Rojava (Kurdistan siriano)

Il 25 e 26 settembre 2014, dei rappresentanti del popolo curdo che vivono ad Istanbul nella parte occidentale della Turchia, hanno visitato il confine sud-orientale con la Rojava, ossia il Kurdistan siriano o sud-occidentale, per portare la loro solidarietà alla popolazione curda di Kobani, uno dei tre cantoni della Rojava che attualmente è sotto attacco dell’ISIL (lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante). Tra di questi, c’era una delegazione del DIP, il Partito Rivoluzionario dei Lavoratori della Turchia, che si ha aderito alla missione come manifestazione dell’internazionalismo proletario in solidarietà con l’oppresso popolo curdo. Venerdì, una sezione della missione ha attraversato il confine entrando nella Rojava per far visita agli abitanti dei villaggi limitrofi alla città di Kobani. Lì, la delegazione del DIP insieme ai curdi e ad alcuni altri socialisti turchi, ha salutato ed abbracciato le Forze di Protezione (YPG), la forza istituita per difendere la neo autonoma Rojava. 
Kobane 2
Per capire il pieno significato di ciò dovremmo in primo luogo ricordare che il Kurdistan è un paese diviso e colonizzato, sin dalla Prima Guerra Mondiale, da quattro stati: Turchia, Iran, Iraq e Siria.
Il Kurdistan meridionale o iracheno è divenuto autonomo all’interno di un Iraq federale sotto l’egida degli Stati Uniti dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003. Attualmente è governato da Massoud Barzani, uno scagnozzo degli Stati Uniti e del loro socio minore nella regione, la Turchia sotto l’AKP di Tayyip Erdogan. La Rojava, o Kurdistan siriano, la seconda regione curda ad ottenere l’autonomia, questa volta nel 2012, ha un assetto politico del tutto diverso. E’ governata la PYD, un partito affiliato al PKK, un movimento di origini socialiste che sta portando avanti, negli ultimi trent’anni, una guerriglia contro l’oppressione turca dei curdi. Nonostante sia sensibilmente deviato verso destra dopo la cattura del suo leader, Abdullah Ocalan, tenuto prigioniero in un’isola turca dal 1999, non è mai divenuto un alleato degli Stati Uniti e, sebbene stia negoziando un trattato di pace con il governo dell’AKP, continua a mantenere buoni rapporti con molti settori della sinistra turca.
Molto più importante è il fatto che larghe masse della popolazione curda sia nel Kurdistan turco che siriano siano costantemente in lotta contro i poteri regionali e lo status quo statunitense nel Medio Oriente.
Perciò la Rojava è una spina nel fianco del governo reazionario turco ed il tallone d’Achille del suo cosiddetto “processo di pace”. Questo governo non riesce a digerire l’autonomia di fatto di questa regione, che rappresenta un modello ed una testa di ponte per una maggiore emancipazione dell’ asservita popolazione curda del Medio Oriente. Per questo il governo turco presta all’ISIL ogni genere di supporto logistico nella sua guerra contro la Rojava, e ciò costituisce anche un’ulteriore scusa per insistere sulla cosiddetta “zona sicura” o “ “zona cuscinetto” all’interno della Siria, un pretesto per invadere la Rojava e poi abbattere Bashar al Assad in Siria con la prospettiva di instaurare un amichevole governo sannita a Damasco. Solo un paio di settimane fa il governo turco insisteva per restar fuori dalla coalizione statunitense formata contro l’ISIL. Oggi ha cambiato posizione e sta cercando di usare questa guerra degli USA per rilanciare la sua faida con il regime di Assad e per reprimere la Rojava.
Il DIP si oppone inequivocabilmente sia all’intervento turco in Siria, senza estendere alcun tipo di supporto politico allo stesso Assad, che, con ancora maggior forza, alla cosiddetta “zona cuscinetto” nel nord della Siria, che equivale all’occupazione militare turca della Rojava.
Noi chiediamo il rispetto della neo acquisita autonomia del popolo curdo in Siria ed il riconoscimento del diritto di autodeterminazione anche per i curdi della Turchia. Noi infatti consideriamo la liberazione dell’intero Kurdistan come un insieme indivisibile. Ciò spiega l’aspetto più reazionario della politica di Barzani, lo scagnozzo degli Stati Uniti, che ignora la lotta per l’emancipazione del resto della nazione curda o addirittura collabora positivamente con i suoi oppressori fuori dal Kurdistan Iracheno.
Questo giustifica nell’interezza del suo significato la presenza della delegazione del DIP a Kobani, nella Rojava. I nostri compagni si sono uniti a migliaia di curdi,da Istanbul e dalla regione curda del paese, per abbattere il filo spinato della frontiera e per calpestare il confine artificiale posto tra diverse parti del Kurdistan, per marciare nella Rojava ed abbracciare i curdi di Kobani in lotta per la loro terra e per la libertà.
Gli altri socialisti presenti appartenevano in gran parte a partiti che accodati al movimento curdo, che vi si stanno fondendo e da cui vengono gradualmente assimilati. E’ stato il DIP, il partito marxista turco che appoggia il Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale, a rappresentare, nonostante le sue modeste dimensioni, la linea politica dell’internazionalismo proletario in questa gloriosa azione che sarà ricordata per la sua coraggiosa dichiarazione di sostegno all’emancipazione dell’oppressa nazione curda in tutte le parti del paese diviso e depredato da quattro regimi reazionari del Medio Oriente! L’accodamento dei socialisti alla leadership del movimento curdo non può mostrare più palesemente i suoi rischi se non nella posizione ambivalente del movimento curdo nei confronti dell’intervento statunitense in Medio Oriente. Il leader del PYD, Salih Müslim, ha inequivocabilmente invocato l’intervento militare da parte dell’imperialismo in difesa della Rojava, nominando esplicitamente la NATO! Il PYD è il partito fratello del PKK, che rende la politica dell’intero movimento nazionale curdo vulnerabile alla collaborazione con l’imperialismo. Oltre a ciò, il nuovo partito formato dal movimento curdo in collaborazione con circa una dozzina di movimenti socialisti turchi, il Partito Popolare Democratico (HDP ne è l’acronimo in turco) si avventura in un terreno scivoloso con il supporto ad Erdogan ed all’AKP.
Noi facciamo appello alla base del movimento curdo ed ai lavoratori, ai poveri contadini ed alla gioventù del Kurdistan affinché reagiscano a questa politica arretrata di capitolazione nei confronti del reazionario status quo regionale.
Abbasso l’ISIL settario e reazionario!
Combattiamo il settarismo sulla base della fraternità proletaria e della difesa delle nazioni oppresse! Cacciamo gli imperialisti dal Medio Oriente!
Per il diritto di autodeterminazione del popolo curdo!
Viva la Federazione Socialista del Medio Oriente!
Viva la rivoluzione socialista mondiale!
Partito Rivoluzionario dei Lavoratori
(DIP)