Questo progetto reazionario va fermato. Renzi conta per vincere sull'opportunismo o il discredito dei gruppi dirigenti della sinistra, vecchi e nuovi. Su un D'Alema, che ha governato per anni a nome dei padroni, salvo oggi mimare la difesa del lavoro. Su un Vendola che fino a ieri ha salutato Renzi come “speranza della sinistra” e che oggi spera di riabilitarsi alla corte del centrosinistra. Su di un vertice CGIL che ha negoziato per decenni l'arretramento dei diritti e che oggi indice “proteste” simboliche per “dialogare” col governo. Su di un vertice FIOM che difende brillantemente in TV le ragioni del lavoro, per diventare oggi interlocutore privilegiato di Renzi. Per sconfiggere il renzismo occorre sgombrare il campo da questi opportunismi. Ogni spirito di resa va rimosso. Ogni ammiccamento verso Renzi va archiviato. Occorre una lotta vera e di massa, che opponga la forza alla forza. Occorre il più vasto fronte di milioni di lavoratori e lavoratrici, in aperta contrapposizione al fronte unico dei padroni e del governo. Si convochino assemblee in tutti i posti di lavoro e di studio. Si organizzi un'assemblea nazionale di delegati/e eletti/e, per definire una piattaforma unificante di mobilitazione prolungata. Si promuova uno vero sciopero generale, capace di aggregare attorno alla classe operaia tutti gli sfruttati.
Il Capo del governo si presenta come oppositore ai “poteri forti”, che tramerebbero contro di lui. Strano. Visto che Fiat e Confindustria plaudono entusiasti. La verità è che Renzi è un’ “amico del popolo” solo per ottenere il suo consenso. E vuole il suo consenso sia per soddisfare gli interessi dei capitalisti “contro il popolo”, sia per coltivare le proprie ambizioni di nuovo Bonaparte “nel nome del popolo”. Già oggi il più forte dei “poteri forti” è il suo.
Matteo Renzi ha dichiarato guerra ai lavoratori. E’ necessario raccogliere e rilanciare la sfida con uguale durezza. Non sono possibili pareggi. O si vince o si perde.
Il Capo del governo si presenta come difensore dei giovani e bandiera del “nuovo”. Mente. Non c'è nulla di più “vecchio” che voler distruggere l'articolo 18 sulla scia di Berlusconi (e con il plauso di Berlusconi). Non c'è aggressione più squallida ai giovani che sommare il loro licenziamento illegittimo con la liberalizzazione dei “contratti a termine” senza causale. Altro che “superamento del precariato”! E' precariato per tutti, a partire proprio dai giovani.
L'articolo 18 va difeso ed esteso a tutti i lavoratori. Vanno cancellate tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, a partire dal Decreto Poletti. Il lavoro che c'è va distribuito fra tutti, con una riduzione generale dell'orario a parità di paga. Va cancellata l'infame legge Fornero sulle pensioni. Va istituito un salario dignitoso per i disoccupati e per i giovani in cerca di prima occupazione, col taglio dei trasferimenti pubblici a industriali e banchieri.
Una vera mobilitazione di massa su queste prime rivendicazioni elementari potrebbe unificare lavoratori, precari, disoccupati. Potrebbe disarmare il populismo ipocrita di Renzi. Potrebbe smascherare il populismo reazionario concorrenziale di Grillo, che per prendere voti difende oggi a parole l'articolo 18... mentre chiede il licenziamento degli operai delle fabbriche in crisi nel nome della “fine del lavoro”(e in cambio di 600 euro di salario di cittadinanza).
Solo un'esplosione sociale può fare piazza pulita di tutti i ciarlatani, sbarrare la strada a Renzi, rovesciare i rapporti di forza, preparare l'unica vera soluzione alternativa: quella di un governo dei lavoratori, basato sulla loro organizzazione e la loro forza. Il PCL, l'unica sinistra che non ha mai tradito i lavoratori, porta e porterà in ogni lotta la coscienza di questa verità.